Malattie croniche e complessità
Le malattie croniche rappresentano il principale problema di salute pubblica nei Paesi occidentali, oltre a minare a fondo la sostenibilità dei sistemi sanitari. Queste patologie sono responsabili del 92% di tutte le morti nel nostro Paese, con una maggiore rilevanza delle patologie cardiovascolari (41%) e dei tumori (28%). Il miglioramento delle cure, combinato al crescente invecchiamento della popolazione, pone notevoli pressioni gestionali ed economiche sui Sistemi Sanitari Nazionali. In particolare, la crescente prevalenza di pazienti con più patologie un terzo della popolazione adulta e oltre due terzi della popolazione anziana pone molteplici sfide, fra cui la definizione di Linee guida di trattamento per questi pazienti, oltre all’individuazione di parametri di esito che tengano conto della complessità clinica. Un approccio mirato alla complessità consentirà di ottimizzare le proposte terapeutiche, muovendosi così in uno scenario di medicina reattiva e personalizzata in grado di migliorare il rapporto costo-beneficio degli interventi.
Modelli gestionali per la gestione della complessità
La realizzazione di un modello di assistenza sanitaria che possa prendere in carico in modo sostenibile i pazienti con patologie croniche richiede una nuova definizione dei modelli gestionali. In tale ottica lo sviluppo di una “sanità d’iniziativa”, ovvero di un modello assistenziale che sia in grado di intervenire, quando possibile, prima dell’insorgere della malattia e di gestire la malattia stessa in modo tale da rallentarne il decorso e limitarne le riacutizzazioni, garantisce al paziente interventi adeguati e differenziati in rapporto al livello di rischio.
Il Chronic Related Group (CReG) della Regione Lombardia classifica gli assistiti in funzione della cronicità individuando, con una particolare tecnica di clusterizzazione, le prestazioni più probabili e ridefinisce, di conseguenza, un Piano di Assistenza Individuale. Il CReG “fotografa” l’assistito nella sua condizione reale di bisogno con l’obiettivo di farsene carico nel modo più esaustivo possibile, organizzando un modello assistenziale che supporti il paziente e incrementi la sua compliance con le cure di cui ha bisogno.
L’Expanded Chronic Care Model (Expanded CCM) della Regione Toscana supera l’approccio per patologia e focalizza l’attenzione sul rischio, classificando i pazienti in base al rischio di cronicità. Inoltre, espande l’attenzione alle condizioni non solo sanitarie, ma anche sociali, economiche e culturali degli assistiti e alla prevenzione primaria.
Tratto da ” Quaderni del Ministero della Salute” N°23
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