Activity theory e Sensemaking nella gestione del rischio
sinossi a cura di Bascelli Emanuele
Il rischio è parte integrante delle attività umane, sia negli ambienti di vita che di lavoro. Quotidianamente, ogni individuo compie un numero considerevole di azioni che, nella maggior parte dei casi, sono “inter-azioni” con altre persone (familiari, colleghi, sconosciuti) oppure con strumenti o ambienti di lavoro.
Le interazioni sono più complesse delle azioni elementari, perché le perso- ne, gli oggetti o gli ambienti con i quali si interagisce offrono opportunità (affordance) e vincoli all’azione. Le interazioni hanno conseguenze che possono modificare lo stato degli oggetti o delle persone.
Le conseguenze di queste interazione non sempre sono prevedibili.
Praticamente tutte le attività umane avvengono all’interno di determinate organizzazioni e certemante sono influenzate da regole, prevedono l’impiego di strumenti e la relazione con altre persone: sono queste interazioni a determinare lo sviluppo del sistema verso stati di maggiore o minore sicurezza per i soggetti che ne fanno parte o che ne incrociano, per qualche motivo, le dinamiche. Ed è esattamente a partire da queste interazioni che le persone attribui- scono un significato al proprio essere e al mondo che ci circonda, nel constante tentativo di trovare dei motivi per le attività che ci troviamo a svolgere. Le attività sono da considerarsi come aggregati di compiti più o meno guidati da obiettivi e delle condizioni materiali in cui si esplicano.
Approcci teorici innovativi e poco esplorati come l’Activity theory, o il Sensemaking, vanno tenuti in considerazione per poter interpretare la complessità delle interazioni umane, secondo una prospettiva effettivamente sistemica e per gestire quindi il rischio in sanità.
Le attività umane sono fenomeni complessi e socialmente situati, che possono essere comprese solo attraverso lo studio dello sviluppo delle pratiche quotidiane all’interno di una comunità.
Il rischio e la sicurezza possono essere compresi a fondo indagando le attività all’interno dei contesti in cui si esplicano, osservando le dinamiche dell’interazione tra le componenti del sistema. L’activity theory considera lo strumento nella sua capacità di mediazione tra l’essere umano e il suo obiettivo.
Le persone hanno bisogno di attribuire un significato alle proprie esperienze questo avviene soprattutto quando c’è una discrepanza tra le aspettative e gli eventi.
L’analisi e l’interpretazione degli eventi avversi e dei near-miss contribuisce a dare un senso alle storie e a qualificare la cultura dei singoli e delle organizzazioni. il sensemaking viene distinto da altri processi esplicativi come la comprensione, l’interpretazione o l’attribuzione. Il suo ruolo sembra essere connesso ad una serie di operazioni sia prospettiche che retrospettive, in grado di amministrare l’ambiguità che la ricchezza di significati possibili presenti in una situazione.
Bibliografia e letture consigliate:
- Riccardo Tartaglia Andrea Vannucci (2013) “Prevenire gli eventi avversi nella pratica clinica” ed. Springer.
- Karl Weick (1997). Senso e significato nell’organizzazione. Raffaello Cortina Editore.
- Cristiano Ciappei, Massimiliano Pellegrini (2009) “Facility Management for global care”, ed. Firenze Unibersity Press
Se vuoi leggere tutto l’articolo completo REGISTRATI !
Contatta direttamente il direttore scientifico OsNaCC per un supporto scientifico e metodologico.
AcademyCM è molto di più!
Lascia un Commento