Gli errori causati da interruzioni delle cure

Abstract
Uno studio osservazionale ha indagato le maggiori cause di interruzione dell’attività di assistenza e le conseguenze in esso associate. Sono state analizzati gli infermieri di quattro reparti pediatrici: medicina, chirurgia, medicina e chirurgia specialistica e terapia intensiva.

Per ogni reparto sono stati osservati otto infermieri per un totale di 32 soggetti arruolati.
Le osservazioni sono state effettuate dal 2005 al 2006 per una durata di 13 mesi ed hanno rilevato:

  1. il tipo di interruzioni verificatesi;
  2. la fonte dell’interruzione;
  3. il tipo di lavoro che l’Infermiere stava svolgendo al momento dell’interruzione;
  4. gli effetti dell’interruzione.

Gli infermieri sono stati esaminati per 48 ore alla settimana, per un totale di 384 ore di lavoro incluse nello studio di ricerca.
I dati sono stati analizzati attraverso una statistica descrittva che ha esaminato e triangolato tutti i dati attendibili come la fonte, il tipo, la causa, l’effetto sul lavoro dell’interruzione e l’outcome.

Sono state osservate in totale 5.325 interruzioni durante il lavoro degli infermieri in quattro unità operative pediatriche: suddivise in 1.430 (26,9%) nel reparto di chirurgia, 1.373 (25,8%) nel re- parto di medicina e chirurgia specialistica, 1.316 (24,7%) in terapia intensiva e 1.206 (22,6%) nel reparto di medicina.

Fonti di interruzione per gli infermieri
La fonte delle interruzioni sul lavoro degli infermieri includevano l’ambiente di lavoro, lo staff presente nel turno, i pazienti, i parenti, i motivi individuali dell’infermiere, i farmacissti e gli altri professionissti.

I fattori correlati all’ambiente di lavoro costituiscono pari ad un terzo di tute le interruzioni osservate in questo studio (n = 1,741-32.7%). Le interruzioni legate agli altri infermieri costituiscono un quarto delle interruzioni totali analizzate (n=1338-25,1%).

Le interruzioni correlate ai paziente sono state il 462 (8.7%), ai parenti e famigliari 445 (8.4%) che costituivano comunque una misura minore.
Le cause individuali dell’infermiere 327 (6.1%), ai farmacisti 292 (5.5%), da altri professionisti 291 (5.5%), allo staff presente in turno 232 (4.4%), mentre gli altri 197 (3.7%) contribuiscono ad una interruzione in misura minore.

Esiti delle interruzioni sull’assistenza
La maggior parte delle interruzioni ha avuto conseguenze negative (n=4736 – 88,9%) mentre solo l’11% (n = 587) ha avuto conseguenze positive. Quasi due terzi (n = 3,216 – 60.4%) delle interruzioni ha causato un ritardo nella conclusione del lavoro che l’infermiere stava svolgendo in precedenza, mentre poco più di un quarto (n = 1.459 – 27,4%) delle interruzioni ha comportato una perdita di concentrazione o attenzione sul lavoro. Alcune interruzioni hanno portato alla non conclusione del lavoro (n = 46 – 0.9%) oppure ad eseguire un lavoro simultaneamente (n = 9 – 0.2%) con un incremento del rischio di errore (n = 7 – 0.1%). Tuttavia vi sono state interruzioni che hanno di fatto avuto un esito positivo contribuendo alla sicurezza del paziente (n = 261 – 4.9%), a miglioramenti nel comfort e nelle condizioni del bambino (n = 23 – 0,4%), o anche nell’accuratezza delle prestazioni assistenziali (n = 17, 0,3%).

Discussione
I risultati di questo studio mettono in evidenza la complessità e la peculiarità di un ambiente di lavoro pediatrico e il lavoro degli infermieri. Si rimarca come il lavoro degli infermieri venga continuamente influenzato dalle interruzioni che si presentano a causa dell’ambiente di lavoro, dalla presenza simultanea di altri professionisti e colleghi durante il turno.
Le intrusioni e le distrazioni sono le cause che si sono maggiormente riscontrate nei diversi setting assistenziali, in particolare durante le fasi di documentazione clinica, nella valutazione e nella cura al paziente. La complessità dell’assistenza può essere un ostacolo alla normale attività, infatti le interruzioni del tipo intrusione sono state maggiormente osservate in area critica, evidente effettoo dell’alto livello di tecnologia impiegata (interruzioni provocate da allarmi di monitor e pompe infusive), sia per la maggiore instabilità clinica dei pazienti ricoverati.

Potrebbe essere opportuno ridisegnare gli spazi di lavoro in ma- niera da minimizzare le distrazioni causate dagli allarmi acustici. Nelle medicine le intrusioni sono ridotte evidentemente a causa di una diversa complessità delle cure, come per esempio l’assistere un bambino con patologia cronica o terminale, ma che richiede un diverso tipo di approccio. Tuttavia gli infermieri delle medicine risultano essere maggiormente interrotti durante la fase della preparazione e somministrazione della terapia.

Si auspica di migliorare il team organizzattivo nella fase gestionale e comunicativo durante questa delicata fase. Nei reparti di medicina e di medicina e chirurgia specialislica si sono registrate il più alto numero di interruzioni autoindotte, probabilmente attrribuibili alla necessità di gestire un’assistenza diversificata, di utilizzare una strumentazione tecnologica, ma che si associano ad una organizzazione dell’assistenza non proprio perfetta. Dal punto di vista della sicurezza tutte le interruzioni comunque provocano rallentamenti nell’esecuzione dell’assistenza, aumentando il rischio di errore poichè vi è una sostanziale perdita della concentrazione e dell’attenzione sul lavoro.

Le pediatrie hanno la possibilità di strutturare piani assistenziali collaborativi, di realizzare ambienti nei quali la posizione ed il ruolo della famiglia può rivestire un’importanza anche sotto l’aspetto organizzativo, assistenziale e gestionale.

Nella popolazione adulta le criticità è simile ed è assolutamente sovrapponibile. Ricercare cure sicure durante la preparazione delle terapia farmacologica evitando interruioni delle cure rappresenta una necessità impellente.

Interruptions and Pediatric Patient Safety McGillis L, Hubley P, Watson C. Jounal of Pediatric Nursing 2010; 25: 167-175

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