Per motivare i dipendenti i soldi non servono. Un esperto spiega la ricetta per far lavorare di più. E meglio

IMG_1847Parliamo spesso di TED, la conferenza che esplicitamente affronta argomenti diretti su “tutto ciò che vale la pena parlare”. Affrontiamo un intervento (qui di seguito tradotto in italiano) sulla motivazione.

A tutti piace avere più soldi, ma non dobbiamo pensare che ci motiverebbe a lavorare più duramente. L’autore ed esperto di motivazione Dan Pink lo sa meglio di chiunque altro. Nel suo TED talk del 2009 intitolato “Il puzzle della motivazione”, che si basava sul suo libro di successo “Drive”, Pink spiega il “disallineamento fondamentale” che esiste tra scienza e business.
La scienza, dice Pink, sa che gli incentivi non funzionano. Il business, tuttavia, deve ancora arrivarci.
Ecco per il consiglio che dà per rendere il sistema il migliore possibile.
Pink inizia il suo discorso delineando un esperimento di psicologia popolare noto come il “problema della candela”. L’obiettivo è quello di utilizzare le puntine e i fiammiferi per fissare una candela alla parete.

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La maggior parte delle persone si fa avanti con soluzioni intelligenti, ma alla fine sbagliate. La risposta giusta comporta lo svuotamento della scatola di puntine e l’attaccare la scatola al muro, creando così una piattaforma per la candela.

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Il mondo business è pieno di “problemi della candela”, sostiene Pink. In tutto il mondo, le aziende chiedono ai loro dipendenti di risolvere problemi che richiedono risposte non ovvie.

Ma c’è un problema … Secondo Pink, il modo in cui le aziende motivano le persone a risolvere questi problemi è completamente sbagliato: loro si basano su incentivi come i bonus, i benefit, e roba gratis, mentre tutta la scienza suggerisce che questo non funziona.IMG_1842

Uno studio a cui fa riferimento ha coinvolto due gruppi di studenti universitari che svolgevano attività creative cronometrate. Ad un gruppo è stato detto che avrebbero guadagnato più soldi se avessero finito il lavoro più velocemente. L’altro gruppo non avrebbe guadagnato nulla.

Boys play a mini soccer game during an event for traditional games at a school in Jakarta, Indonesia, October 1, 2016. Picture taken October 1, 2016. REUTERS/Iqro Rinaldi

Sorprendentemente, il gruppo con il maggior incentivo finanziario ha fatto peggio in generale. L’esperimento e i suoi risultati sono stati replicati da allora in innumerevoli forme diverse, dice Pink.

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“La cosa allarmante è che il nostro sistema operativo aziendale – si pensi alla serie di presupposti e protocolli dietro alle nostre imprese, a come motiviamo le persone, a come adoperiamo le nostre risorse umane – è costruito interamente intorno a questi motivatori estrinseci”.

Per i lavori del 21 ° secolo, questo può portare a enormi perdite di risorse e ore di tempo sprecato. Se le aziende vogliono essere efficaci, dice Pink, hanno bisogno di adottare un nuovo approccio.

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Questo nuovo approccio si basa sul dare ai dipendenti tre cose fondamentali: l’autonomia sul lavoro, la sensazione di poter avere la padronanza di ciò che fanno, e un più grande obiettivo da raggiungere.

Nel suo discorso, Pink affronta solo l’autonomia. Per fare degli esempi, egli guarda alle aziende tech che ogni tanto danno ai loro dipendenti la libertà di lavorare su quello che vogliono.

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A Google, per esempio, i dipendenti hanno avuto l’ormai famoso orario 80/20. I dipendenti possono scegliere di spendere l’80% del loro tempo lavorando e il 20% su progetti di natura creativa.
L’iniziativa ha portato all’invenzione di successi come Google News, Gmail, e AdSense. In “Drive” Pink delinea gli altri due fattori. La padronanza è fondamentale perché la gente ha bisogno di sentire che sta facendo progressi per rimanere impegnata. Ma senza scopo, quel progresso diventa banale e insoddisfacente.

E conclude: “Se riuscissimo ad andare oltre questa pigra, pericolosa ideologia di carote e bastoni, potremmo rafforzare le nostre imprese, ed essere in grado di risolvere molti di questi ‘problemi della candela’, e forse, forse – saremmo in grado di cambiare il mondo”.

 

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    By: Emanuele

    Sono autore e direttore scientifico di numerose riviste, fondatore del GINP (Gruppo Infermieri Neurologia Pediatrica) ed editor in chief di Academy Case Management Italia. Mi Impegno da tempo per il riconoscimento dell’infermiere specialista dell’epilessia (ESN) e collaboro con alcuni centri internazionali di Case Management anche per la diffusione di modelli assistenziali innovativi orientati alla persona. Sono infermiere di area pediatrica, study coordinator certificate GCP e, nel corso degli anni, ho implementato il pensiero organizzativo Lean Thinking in alcuni setting infermieristici. Uno dei miei interessi è il benessere organizzativo e il bene comune, nonché la diffusione scientifica purché rigorosa di una metodologia EBP, in un’ottica open access. Dopo numerosi incarichi istituzionali e di docenza, attualmente, sono coordinatore infermieristico presso il Policlinico Universitario S.Orsola-Malpighi di Bologna.

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